PRODUZIONE – ITALIA


LA PRODUZIONE DELLO ZAFFERANO IN ITALIA

Colorare di giallo le vivande, il riso, la pasta, le torte, le creme, da sempre è stato per gli italiani un modo di portare in tavola la felicità e il calore del sole. Felicità e calore che i pittori portavano sulle tele per illuminare e impreziosire gli sfondi delle immagini sacre. Portare il giallo a tavola divenne una variante gastronomica del gusto artistico. Se sfogliamo i ricettari storici restiamo stupiti dalla quantità di ricette che prevedono l’impiego dello zafferano.
Dietro un così diffuso uso dello zafferano c’è tutta una storia che spiega e inquadra storicamente e culturalmente la profonda attitudine dei popoli che hanno vissuto in questa penisola: accompagnare le emozioni della vista a quelle del gusto, il bello oltre che il buono.
Ma lo zafferano non essendo un prodotto autoctono doveva essere importato. La pianta arrivò solo nel Medioevo in Europa e per primo in Spagna. A introdurlo furono gli Arabi, che controllavano i prezzi vendendo le spezie a cifre proibitive ai mercanti della Serenissima e delle altre Repubbliche Marinare.

A questo punto a qualcuno viene l’idea di coltivare lo zafferano in Abruzzo. Fu Padre Domenico Santucci, all’epoca membro dell’ufficio d’inquisizione ma al contempo appassionato di tecniche e pratica delle coltivazioni, che una volta conclusa la sua missione, fece ritorno a “Piana di Navelli”, suo paese natale, con un certo numero di bulbi.
I bulbi attecchirono meravigliosamente, tanto da segnare da subito l’economia locale, entrando anche nel patrimonio culturale e religioso della popolazione.
Fu in quel periodo che nacque la città dell’Aquila, che divenne subito meta dei mercanti milanesi e veneziani per l’approvvigionamento del famoso “oro rosso”; ma rapporti commerciali fiorenti vennero inaugurati anche con Francoforte, Marsiglia, Vienna, Norimberga e Augusta.
Da allora lo zafferano abruzzese continuò a svilupparsi nonostante i balzelli di tutti i tipi imposti dai governanti, fino ad arrivare a una produzione record di 4500 kg nel 1830, su una superficie di 450 ettari.

Oggi la situazione è alquanto cambiata: in Italia vengono prodotti appena 500-600 kg all’anno su una superficie di 55 ettari, a fronte di un fabbisogno di 22 mila kg di zafferano.
Le imprese agricole impegnate nella produzione di zafferano sono centinaia e concentrate soprattutto in Abruzzo, tra l’Altopiano di Navelli (marchio Dop), la Marsica e la Val di Sangro.
Le superfici specializzate sono generalmente di piccole o medie dimensioni (dai 200 mq ai 5.000 mq – alcune realtà produttive che superano i 10.000 mq sono nel Medio Campidano in provincia di Cagliari).
Oltre all’Abruzzo le altre regioni maggiormente interessate sono: Sardegna, Toscana, Umbria e Marche, mentre realtà cooperative o singoli produttori stanno emergendo in Sicilia, Cinque Terre, Valtellina, Puglia e nella Tuscia.

Anche nel Veneto in questi anni assistiamo ad un boom di crescita di aziende dedite alla coltivazione dello zafferano: Lessinia (VR), Colfosco (TV), Colli Euganei (PD), Ariano Polesine, l’Altopiano Asiago, le valle Bellunesi comprendenti: Feltrino, Agordino, Val di Zoldo, Cadore ecc…
La caratteristica di chi ci lavora è che la donna (ultimamente anche tanti giovani imprenditrici) ha assunto un ruolo da protagonista in tale coltivazione sia nella fase di raccolta che di separazione dei pistilli dal resto del fiore.


FONDACO DELLE SPEZIE SRL
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